Il problema della reputazione online ormai riguarda un ampio ventaglio di professioni che con la rispettabilità e la capacità di generare opinioni positive nei propri riguardi lavorano ogni giorno. Di come tutelare l’immagine di un professionista, ad esempio un medico, abbiamo già parlato in un altro articolo. Qui vogliamo invece analizzare una delle figure più esposte al problema della reputazione online, quella del politico.
Nuovi problemi per la reputazione politica
Il ruolo della rete nell’orientare le posizioni dell’opinione pubblica e dell’elettorato è enorme. Ma se ancora qualche anno fa l’informazione digitale rappresentava una grande opportunità per il politico, ora le cose si sono fatte molto più complesse. Basti pensare all’ultima campagna elettorale per le presidenziali americane. Sono stati utilizzati un numero impressionante di Bot (software che genera profili finti sui social network o nelle chat, simulando persone reali). Il loro utilizzo massiccio è arrivato, secondo uno studio realizzato da due ricercatori italiani della University of Southern California, fino alla generazione di 3,8 milioni di tweet “fake” nel periodo precedente le elezioni. Quasi il 20% del totale. Questi numeri danno la dimensione di quanto gli utilizzatori dei social media siano esposti al rischio di cadere in “trappole” informative e di ricevere e ritenere veritieri messaggi fasulli o manipolatori.
In uno scenario come questo, se ti occupi di politica (che tu sia aspirante premier, candidato sindaco di una città o che tu stia già occupando una carica e debba comunicare correttamente il tuo operato) non puoi ignorare i rischi per la tua reputazione.
Social network: la nuova tribuna per la reputazione politica (dove si gioca sporco)
Con l’espandersi delle opportunità di comunicare online, anche le insidie per la reputazione si sono moltiplicate. Sui social network possono nascere profili falsi, gruppi o pagine che hanno lo scopo di disorientare e screditare. Questo, diffondendo notizie false, inventate o non totalmente corrispondenti alla verità. Il risultato è che queste possono essere condivise da un numero altissimo di utenti, diventando virali e travisando le tue posizioni politiche su uno o più temi, con il rischio di esporti a critiche, insulti, perdita di consenso.
Un esempio eloquente di questo meccanismo è la “disavventura” digitale capitata all’ex Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Neanche 24 ore dopo il giuramento del suo governo, il premier si è trovato al centro di una bufera mediatica per via di una notizia diventata virale in poche ore. Questa riportava una dichiarazione sprezzante, ma da lui mai rilasciata: “Gli italiani imparino a fare sacrifici e la smettano di lamentarsi”. Inutile dire che queste parole hanno fatto il giro del web e gettato molta benzina sul fuoco della polemica. Successivamente, si è risaliti al sito che per primo aveva divulgato la falsa notizia, ma nonostante si trattasse di una nota fonte di fake news, la polemica qualche danno lo aveva ormai fatto.
Da parte dei principali social network è ormai diffusa la possibilità di verificare gli account iscritti. Tramite le procedure decise dai gestori delle piattaforme, gli account appartenenti a personalità di interesse pubblico possono far certificare la loro autenticità. Questo è un primo passo che consente, almeno, di distinguere gli account veri da quelli che “rubano” l’identità di un politico per screditarlo con false affermazioni.
Blog e forum sempre più luoghi di discredito per la reputazione politica
Azioni screditanti possono avvenire anche su blog o forum creati appositamente con lo stesso scopo diffamatorio dei finti account social. Si tratta di piattaforme più “periferiche” rispetto ai social media, ma in grado di attrarre pubblico alla ricerca di notizie, retroscena e discussioni. Chi gestisce o anima queste piattaforme a solo scopo di screditamento lo sa bene e non perde occasione di nutrire il dibattito online con notizie false, gonfiate, decontestualizzate, manipolate.
I blog e i forum diventano così collezioni di notizie, fotografie e altri contenuti – spesso con palesi violazioni del copyright – che hanno il solo scopo di parlare male della politica e dei suoi protagonisti, talvolta diventando essi stessi generatori di contenuti destinati a diventare virali grazie ai social network. Trovarli non è semplice: tuttavia una ricerca eseguita inserendo opportune parole chiave può permetterti di individuarli.
Google ha la memoria lunga, specie coi politici
Un altro genere di problemi può derivare da notizie vecchie e mai aggiornate o rettificate, ma ancora circolanti su Google. Ad esempio un vecchio procedimento giudiziario o una presa di posizione superata e non più attuale, sono notizie che possono fare danni se riproposte, specie se in modo incompleto e fuori di contesto.
In un caso come questo può soccorrerti il “diritto all’oblio”, ovvero il diritto di essere “dimenticati” dalla rete per fatti che sono stati oggetto di cronaca, ma che con il tempo non lo sono più. Si tratta di un tema importante per tutti, personaggi pubblici e privati cittadini, e non va in conflitto con il diritto di cronaca. Se la rete è il più grande archivio di notizie mai esistito, il rischio è che una notizia possa continuamente apparire nelle ricerche degli utenti. Macchiando ad oltranza la reputazione di una personalità pubblica e non . Chi fa politica è particolarmente esposto a questo rischio.
Per questo monitorare il web è fondamentale per verificare che le notizie che riguardano la tua attività politica siano attuali e rispondano al diritto di cronaca. Se ritieni che esistano contenuti datati che non dovrebbero più essere di interesse per le cronache, è possibile richiedere la loro cancellazione. O la loro de-indicizzazione. Tuttavia il procedimento non è semplice: per questo è sempre meglio affidarlo a professionisti del settore come Tutela Digitale.
Le migliori qualità in un politico sono l’ascolto e… il monitoraggio
Nei casi di false informazioni che diventano virali, non basta la smentita. Come si sa, la difesa a posteriori, anche quando è in grado di smascherare perfettamente il falso, fa meno rumore dell’attacco sferrato in prima istanza. Per questo è sempre meglio monitorare con costanza e attenzione la rete, in modo da poter reagire tempestivamente al divulgarsi di false notizie.
In tutti i casi descritti sopra, servono professionalità specializzate nel monitoraggio del web, nel riconoscimento dei profili falsi e in grado di intervenire in modo appropriato nei confronti dei contenuti dannosi. Noi di Tutela Digitale siamo in grado di intervenire con un servizio efficace di monitoraggio continuo delle attività sul web e, dove possibile, eliminiamo o de-indicizziamo notizie datate o non completamente aggiornate. Anche da forum, blog e profili falsi creati solo con l’intento di rovinare la tua reputazione politica.