La Privacy è senza ombra di dubbio una delle più grandi preoccupazioni dell’era digitale.
In ogni azione che compiamo online siamo ormai sin troppo abituati a condividere, o meglio cedere, i nostri dati senza preoccuparcene troppo. Questo avviene mentre utilizziamo delle app o semplicemente mentre navighiamo su internet dal nostro computer. Le aziende a cui affidiamo le nostre informazioni, le Big del panorama online, dovrebbero tutelare non solo i dati che trattano, ma soprattutto la nostra privacy. Ma siamo in buone mani?
Quanto ci dovremmo fidare di questi big della tecnologia?
Una ricerca condotta da NordVPN svela quanta fiducia le persone ripongono nelle società produttrici di telefoni, computer e software sulle questioni di Privacy
In USA molte app sono state cancellate dal Google play Store perché sospettate di avere legami con le agenzie di spionaggio statunitensi. Sempre più spesso molte app o sistemi vengono accusati di non gestire correttamente i nostri dati, diffondendoli anche a terzi senza il nostro consenso.
NordVPN si è posta le stesse domande, e, per questo, ha condotto una ricerca per capire quanto le persone si fidano delle aziende che dovrebbero tutelare la loro privacy online e non.
Nel 2021 NordVPN ha intervistato 1.022 persone negli Stati Uniti di età superiore ai 18 anni chiedendo loro di quali app, browser e marchi tecnologici si fidavano. Purtroppo, i risultati sono lontani dal rispecchiare un giusto livello di consapevolezza; al contrario dimostrano come ci sia una visione distorta: più un software o un brand è popolare, più viene utilizzato da tutti, più è sicuro. Mentre app meno note al grande pubblico creano diffidenza, nonostante in realtà siano in grado di mantenere più sicura la nostra privacy. Vediamo cosa è emerso da questa analisi.
App di messaggistica
Dalla ricerca emerge che nonostante le vicende che hanno coinvolto Facebook sulla poca chiarezza della gestione dei dati personali (vedi lo scandalo Cambridge Analitica) viene ancora ritenuto uno dei servizi di messaggistica più scuro. A differenza di Whatsapp, sempre parte del gruppo Meta, Messanger non utilizza la crittografia end-to-end per proteggere la privacy dei messaggi. Questa tecnologia protegge le comunicazioni, tanto che nemmeno il fornitore del servizio può leggere i messaggi durante il trasferimento tra un telefono e l’altro. Non tutte le app di messaggistica hanno questo sistema di protezione e in alcune, come Telegram, è solo opzionale.
- Facebook Messanger (47%),
- iMessage (43%),
- WhatsApp 838%),
- Telegram (36%),
- Snapchat (34%).
Vengono ritenuti invece poco sicuri dagli utenti: WeChat al 74%, Viber e Discord (73%), Signal (68%) e Snapchat (66%). Signal è sempre stata reputata una delle app con un livello maggiore di sicurezza rispetto alle altre dagli esperti del settore, ma come vediamo non è così per “il ghrande pubblico”. Signal, oltre al sistema di crittografia end-to-end, offre altre opzioni di sicurezza ai suoi utenti, come il blocco della registrazione o i messaggi che si autodistruggono.
App di riunioni online
Dopo due anni di pandemia anche il modo di approcciarsi al lavoro è cambiato e sono diventati popolari molti servizi di videochiamata e di meeting online. In cima alla lista di gradimento troviamo Zoom, che ha spopolato proprio all’inizio della pandemia, a pari merito con Teams, e seguito a poca distanza da Meet. Zoom è stato ritenuto il più affidabile nonostante i frequenti e noti rischi di attacchi di remote code execution, dati dalla vulnerabilità del software.
- Zoom (56%),
- Teams (56%),
- Google Meet (54%).
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Browser
Come abbiamo già detto la popolarità vince sulla sicurezza e questo vale anche per i browser. Infatti, vengono preferiti i più noti Google Chrome, Microsoft Edge e Firefox.
Tutti sappiamo che le grandi Big come Google e Microsoft raccolgono i nostri dati ogni volta che accediamo ai loro programmi, senza nemmeno farne segreto. Sarebbe più opportuno, per proteggere la nostra privacy online, scegliere browser meno noti come Tor, finito invece nella classifica dei meno affidabili. Tor è un browser meno conosciuto ma che garantisce, con i corretti settaggi, un alto livello di protezione dei dati durante la navigazione.
Con tutti i browser è possibile navigare anonimamente scegliendo la navigazione privata, ma questa opzione non è quasi mai scelta dagli utenti.
- Google Chrome (69%),
- Microsoft Edge (60%),
- Firefox (58%),
- Safari (51%),
- DukDukGo (40%).
Assistenti virtuali
Come non parlare degli assistenti virtuali? Non si pensa mai quanto questi sistemi riescano a carpire di noi. Spesso li utilizziamo ingenuamente dando loro accesso alle nostre preferenze o ai nostri acquisti, ma anche alle ricerche online. Nonostante i più recenti scandali di scorretta gestione dei dati da parte dei Amazon, è Alexa l’assistente virtuale scelto da più del 50% delle persone intervistate.
Tra gli assistenti virtuali troviamo sul podio dei preferiti dagli intervistati:
- Google Assistant (60%),
- Amazon Alexa (55%),
- Apple Home Pod (53%).
Pensare alla privacy, in modo corretto.
Il mondo della tecnologia e tutto ciò che lo riguarda lasciano sempre molti dubbi negli utenti. Non tutti possono conoscere le insidie che si nascondono nell’utilizzo di computer, cellulari e dispositivi vari. Anche se ormai sono più di 40 anni che sono entrati nelle nostre case ancora facciamo ad avere una preparazione adeguata. Alle persone importa della privacy e della protezione dei dati, ma spesso pensa di riporre la fiducia nelle Big in buona fede. Infatti, tra i marchi ritenuti più affidabili troviamo in cima alla classifica Apple, Google e Samsung, mentre quelli nativi cinesi vengono ritenuti ben poco affidabili, tra questi Huawei e OnePlus. Spesso però il pericolo non avviene dal dispositivo stesso ma da come lo si utilizza o dalla scelta delle password, spesso deboli.
Per quello che riguarda gli smartphone gli utenti si sentono più sicuri utilizzando:
- Apple (70%)
- Google (67%)
- Samsung (66%)
Computer
Le persone intervistate hanno dimostrato di ragionare allo stesso modo anche per i computer, prediligendo Apple, Hp e Dell di produzione occidentale. Anche se in realtà a fare la sicurezza di questi strumenti non è solo il paese di produzione, quando come si utilizza e che software si installano per proteggere i propri dati.
- Samsung (67%),
- Apple McBook (65%),
- Hp (64%).
In conclusione, la percezione del singolo utente rispetto alla sicurezza dei dispositivi che utilizziamo quotidianamente dipende poco dalla sua reale protezione, ma quasi totalmente dalla sua popolarità e dalla sua diffusione. Erroneamente si pensa che più un sistema sia diffuso più sia sicuro, invece bisognerebbe cambiare l’approccio, imparando a capire come viene gestita a privacy dai Big, quindi informandosi, leggendo le condizioni di iscrizione o utilizzo, per sapere che uso verrà fatto dei dati che stiamo consegnando. Ma non solo, noi di Tutela Digitale ti consigliamo di imparare a conoscere il comportamento che ogni singolo utente deve avere per proteggere la propria privacy.
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