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Fake news in medicina: presta attenzione alle tue ricerche online

Tutela Digitale | Fake News in Medicina
21 Giugno 2017

Non è difficile immaginare cosa siano le Fake news in medicina. Come abbiamo già visto in un nostro precedente articolo, quello delle notizie false è un tema molto attuale e dibattuto. La fuga di notizie false però non riguarda solo temi di attualità o di politica ma coinvolge anche contesti come quello medico-sanitario.
Pochi anni fa l’ex Ministro della Salute Lorenzin ha denunciato come le bufale che circolano online abbiano alimentato il diffondersi di una vera e propria emergenza sanitaria circa le campagne vaccinali.
Infatti, l’enorme disponibilità di informazioni offerte dalla rete in tema, può trasformarsi in un pericolo se gli utenti non sono in grado di valutare l’affidabilità di quello che trovano online.
Spesso chi legge non ha l’alfabetizzazione necessaria per riconoscere una cura o un farmaco adatto, sottovalutando le controindicazioni e gli effetti negativi che può avere una diagnosi sbagliata. O l’uso di un medicinale errato.
Nell’articolo che segue, vedremo quali sono i comportamenti da evitare quando si cerca materiale clinico online. In che modo tutelarsi? 

Difendersi dalle informazioni incomplete o false che circolano in rete

Ben l’88% degli italiani si affida a Internet quando deve cercare diagnosi o cure per la propria salute. Meno di una persona su due si informa circa l’attendibilità della fonte, ignorando di fatto la possibilità concreta di incappare in bufale. È quanto emerge da uno studio condotto dalla IBSA Foundation for Scientific Research che ha esaminato il modo in cui i cittadini fanno uso del Web in tema di salute.
Lo studio dà consigli pratici e di semplice comprensione per imparare a difendersi dalle informazioni incomplete o false che circolano in rete e si rivolge a tutti coloro che sono tendenzialmente meno abili a riconoscere le possibili trappole su Internet.

Verificare l’affidabilità della fonte

Saper distinguere le fonti, riconoscendo quelle più o meno autorevoli, è fondamentale soprattutto in campo medico.
Un dato che emerge dallo studio è che gli utenti valutano l’affidabilità di un sito in base alla posizione che occupa su Google, senza alcuna valutazione critica. Il ché è molto riduttivo visto e considerato che i siti non vengono indicizzati nella SERP sulla base della loro autorevolezza. Le prime posizioni si ottengono applicando una serie di strategie indipendenti dalle competenze mediche del contenuto. O dalla veridicità dello stesso.
Ancora, è bene diffidare da siti con estensioni “strane” (.pl, .bz e via dicendo) e affidarsi in primo luogo a fonti primarie istituzionali o di riviste scientifiche.
Una buona abitudine deve essere inoltre controllare la data della pubblicazione che è obbligatoria in ogni articolo. Alcune nozioni datate potrebbero non essere più aggiornate e, soprattutto in campo medico, ciò rappresenta un grosso limite visti gli enormi passi in avanti che la medicina compie giorno dopo giorno. 

Possibili scenari futuri e il progetto della FIOMeC

Il problema di fondo è che spesso queste notizie sono scientificamente corrette ma vengono rese con un’esagerazione tale da creare un’informazione distorta.
Infatti, presentare una notizia in modo che diventi virale è una prerogativa necessaria per essere visibili sul web. Questo significa che dare una notizia in modo dubbioso o comunque cauto (es. Esiste una possibile relazione tra l’assunzione di cioccolato e l’insorgere di tumori) sarà sempre meno stuzzicante rispetto alla stessa notizia scritta però come una certezza (Il cioccolato causa il cancro!).
Le fake news dunque non sono sempre completamente inventate. Al contrario sono basate su dati veri, realistici e su spiegazioni scientifiche, ma presentate con smodata enfasi e non approfondite. Un modo per cercare di risolvere il problema sarebbe puntare sull’alfabetizzazione medica dei cittadini, adottando un linguaggio semplice e accessibile a tutti anche per presentare tematiche sanitarie di non immediato comprendonio. Ad esempio parlare di pressione alta anziché di ipertensione arteriosa può rivelarsi particolarmente utile alle persone che cercano su Google una determinata stringa.
Da qui nasce il progetto a cura della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) per affrontare l’attualissimo problema della circolazione incontrollata di notizie false e antiscientifiche soprattutto sui social media.
L’idea è quella di creare un sito istituzionale dove aggregare falsi miti, istituendo un vero e proprio portale “anti-bufale”, una piattaforma interattiva e multimediale capace di offrire risposte strumenti e risorse facilmente fruibili da tutti. 

Come puoi riconoscere le fake news online?

In tema di salute meglio non prendere sotto gamba quindi i pericoli della rete. Delle volte è necessario prestare un po’ più di attenzione per evitare diagnosi sbagliate e che possono portare al peggioramento delle condizioni di salute.
Regole semplici, come verificare la fonte, accertarsi che la notizia sia aggiornata ma anche diffidare da qualsiasi prescrizione fatta online e senza visita. Fondamentale è evitare di consegnarsi completamente nelle mani di “Dr. Google” e approfondire i casi con medici competenti.

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Simonluca Renda

Simonluca Renda

Simonluca Renda è Communication Specialist e collabora da diversi anni con Tutela Digitale curandone la comunicazione on ed off line. Scrive sul Journal di Tutela Digitale dal 2018.

Simonluca Renda

Simonluca Renda è Communication Specialist e collabora da diversi anni con Tutela Digitale curandone la comunicazione on ed off line. Scrive sul Journal di Tutela Digitale dal 2018.
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