Recenti statistiche mostrano come il Web stia diventando sorgente di notizie sempre più utilizzata, contrastando la Tv, ancora la fonte d’informazione prediletta dagli italiani e soprattutto la stampa.
Aggiornarsi oggi è diventato semplicissimo e, anche grazie a smartphone e tablet, le notizie ci giungono in maniera rapida e costante, 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. Questo ha portato a un’accelerazione del flusso informatico ma anche a una dispersione di notizie dalle fonti non sempre attendibili, alimentando un fenomeno in rapida ascesa noto ai più col nome anglosassone di fake news.
Alcuni forse ricorderanno la bufala fatta circolare sul web qualche mese fa che ritraeva un improbabile Umberto Eco che spingeva a votare sì al referendum costituzionale dello scorso novembre, con la foto di un signore dalla dubbia somiglianza con il grande scrittore, che esibiva una t-shirt con la scritta “basta un sì”. In poche ore la notizia è diventata virale generando condivisioni e commenti spesso desolanti sul compianto semiologo.
O ancora, il falso endorsment di Papa Francesco a favore di Donald Trump per la corsa alla Casa Bianca alle ultime presidenziali che ha tratto in inganno parte dell’elettorato americano. Casi celebri che hanno condizionato non poco l’opinione pubblica, influenzando le persone e alterando il loro modo di vedere la realtà dei fatti. Ma senza arrivare a palcoscenici così mediaticamente esposti, una notizia falsa può colpire anche un soggetto privato, screditandolo o diffamandolo pubblicamente.
Come riconoscere le fake news?
Il fenomeno delle fake news è molto complesso poiché vengono create in maniera strategica e si confondono nella grande mole di notizie che circolano online, sfruttando prevalentemente il basso livello di attenzione dei lettori.
Nella maggioranza dei casi, le bufale vengono create a partire da un flusso di notizie vere da cui si prende spunto e su cui si ricamano particolari non corrispondenti alla realtà dei fatti.
Fortunatamente, è possibile prendere diversi accorgimenti per riconoscere le notizie false e per difendersi dall’attacco ormai sempre più copioso di bufale.
Prima di tutto è fondamentale non fermarsi al mero titolo, spesso scritto in maniera fuorviante, con caratteri in maiuscolo e una punteggiatura smodata per attirare l’attenzione e creare sgomento: non è un caso che, secondo un recente sondaggio firmato BuzzFeed News, le fake news sono le più condivise e commentate sul web; approfondire la vicenda e controllare se è confermata anche da altre testate è sicuramente un’azione intelligente e indispensabile per smascherare le bufale.
Occhio inoltre al nome del portale che diffonde la notizia. Spesso sono siti web che hanno nomi simili a testate molto note: ilfattoquotidaino.com, NewsTg24.com o gazzettadellasera.com sono alcuni degli esempi più eclatanti.
Habitat ideale per diffondere notizie di questo tipo sono senz’altro i social dove tendenzialmente la soglia di attenzione delle persone che vi navigano è bassa e quindi informazioni non verificate riescono a circolare con maggiore facilità.
Facebook e Google stanno prendendo in seria considerazione il tema, attivandosi per creare strategie mirate a contrastare la diffusione di bufale online. Google sta avanzando l’ipotesi di tagliare i proventi pubblicitari ai siti che diffondono notizie false, mentre invece Mark Zuckerberg sta sperimentando un nuovo tool che permette di evidenziare un contenuto falso, segnalando il link dello stesso ed etichettandolo come “notizia falsa”.
Esistono inoltre delle estensioni che alcuni browser stanno mettendo a disposizione come BS Detector che, grazie a un database interno in costante evoluzione, riesce a classificare la fonte di una notizia etichettandola come più o meno affidabile.
Molto spesso infatti queste notizie si appoggiano a siti e blog esterni, non verificati e che hanno il solo scopo di generare views, traffico e dunque proventi pubblicitari. Ma il clickbait non è il solo motivo per cui vengono create. Le fake news possono essere redatte anche con il solo scopo di screditare o diffamare un soggetto.
In questi casi è fondamentale sapersi difendere in maniera tempestiva. Se sei un politico, un personaggio pubblico o un semplice cittadino, puoi appellarti alla legge (Art. 656 del codice penale) ma talvolta può essere necessario rivolgersi a servizi qualificati di tutela della reputazione online.
Come comportarsi se si è vittima di una notizia falsa?
Abbiamo già visto in un nostro precedente articolo come comportarsi si è oggetto di notizie vecchie, datate o non aggiornate. Ma che fare nel caso in cui si è vittima di notizie false o diffamatorie?
Esiste la possibilità di segnalare, tramite appositi moduli online, i link a Google o a Facebook, ma spesso non è sufficiente e risulta necessario affidarsi a società specializzate.
Tutela Digitale offre un servizio efficace di monitoraggio continuo delle attività sul web e, dove possibile, elimina o de-indicizza notizie false o non aggiornate, forum, blog e profili falsi creati solo con l’intento di rovinare la tua reputazione online.