Lo scorso 12 Settembre il Parlamento Europeo ha approvato la nuova direttiva sul diritto d’autore (Copyright) in Unione Europea. Ma cosa c’è da sapere su questa proposta e perché riguarda un po’ tutti?
Il nostro articolo tenta di fare un po’ di chiarezza in questa materia complicata.
Obiettivi della Proposta UE sul Copyright
L’articolo 1 della proposta definisce gli obiettivi della direttiva, ovvero regolare lo sfruttamento digitale delle opere intellettuali. I pilastri fondamentali sono però gli art. 11 e 13. Questi vanno infatti a ridisegnare i rapporti economici e giuridici fra le grandi piattaforme online e l’editoria. In particolare il primo articolo tenta di intervenire nei confronti degli aggregatori di contenuti. Ne è un esempio Google News. Notare che in questa categoria non vengono fatte rientrare piccole imprese, i servizi senza fini commerciali e gli istituti d’istruzione e tutela del patrimonio culturale.
Gli editori infatti accusano i social e altri aggregatori di sfruttare economicamente contenuti che non appartengono loro, bensì all’editore che li ha pubblicati.
L’Art. 11 del testo quindi, estende gli editori il diritto di riproduzione e comunicazione al pubblico di opere intellettuali per l’utilizzo digitale, in modo che questi possano ottenere “una remunerazione equa e proporzionata” da parte dei giganti di internet come Google e Facebook. Nello specifico, tali compensi dovranno essere riconosciuti dalle piattaforme online agli editori per la condivisione di quei link contenenti immagini e parti di testo.
Quali le conseguenze?
Le decisioni prese potrebbero essere nocive per il flusso delle informazioni sul web. Gli aggregatori di notizie potrebbero chiudere definitivamente a causa dei costi delle nuove licenze da sottoscrivere con gli editori. Si creerebbe così un danno sia ai soggetti più piccoli che a quelli più grandi.
Infatti i primi faticherebbero a vedere diffusi i propri contenuti, mentre i secondi, venendo meno quei siti che agiscono come “centri di smistamento”, vedrebbero calare drasticamente gli accessi alle loro pagine.
L’articolo 13 e la sua influenza sul Copyright
L’altro elemento centrale di questa direttiva è l’art. 13, che punta a rivedere il monitoraggio degli upload in rete di contenuti protetti da Copyright. Finora l’obbligo di segnalare le opere caricate illegalmente in internet spettava ai detentori dei diritti, ovvero all’autore.
L’articolo 13 prevede che le piattaforme web debbano ora esercitare un controllo (come già fa da tempo Youtube) su ciò che viene caricato dai loro utenti. Si vuole impedire a tutti i costi la pubblicazione di contenuti protetti dal copyright.
L’Art. 13 obbliga le piattaforme che ospitano e gestiscono i contenuti caricati dagli utenti, a “garantire che non siano disponibili nei loro servizi opere o altro materiale protetti non autorizzati”. Queste piattaforme dovranno quindi dotarsi di specifici sistemi di controllo.
Limitazioni e scenari
Tale quadro normativo rischia di pregiudicare l’utilizzo di materiale protetto da Copyright per scopi di satira e di parodia. Infatti, se da un lato il testo approvato consente l’utilizzo a fini non commerciali di questi contenuti, dall’altro è altrettanto vero che i meccanismi di controllo online difficilmente saranno in grado di distinguere tra l’uso illegittimo di un contenuto e il fair-use dello stesso, rischiando quindi di cancellare moltissimi contenuti caricati in maniera legittima dagli utenti.
Al momento non siamo ancora in grado di considerare in maniera chiara cosa accadrà e quali influenze avrà questa nuova direttiva sul Copyright. Mentre attendiamo di capire gli sviluppi, ricordiamo che la proposta dovrà passare all’esame del Consiglio Europeo entro maggio 2019.