Le banche dati reputazionali sono archivi che raccolgono informazioni su persone fisiche o giuridiche considerate a rischio in ambito finanziario, legale o etico. I dati vengono recuperati da fonti pubbliche come articoli di giornale, decisioni giudiziarie, comunicati ufficiali o contenuti online. Il problema? Nella maggior parte dei casi, chi viene schedato non ne ha alcuna consapevolezza.
Essere inclusi in una banca dati reputazionale può significare subire gravi limitazioni nei rapporti con banche, assicurazioni, istituti di credito o partner commerciali. Chi viene identificato come “persona a rischio” può vedersi negato un mutuo, la partecipazione a una gara d’appalto o la stipula di un’assicurazione. La cosa più grave è che spesso si tratta di informazioni obsolete, errate, non aggiornate o decontestualizzate, che restano accessibili per anni.
World-Check: oltre due milioni di profili nella più grande banca dati reputazionale
World-Check è la banca dati reputazionale più grande e diffusa al mondo. Gestita da Refinitiv, ex divisione di Thomson Reuters, raccoglie più di due milioni di profili tra persone fisiche, società ed enti pubblici. Il database nasce alla fine degli anni Novanta dopo lo scandalo legato al dittatore nigeriano Sani Abacha e da allora è diventato uno strumento di riferimento per le banche nei processi di due diligence.
I dati contenuti in World-Check sono organizzati in schede dettagliate che includono nome, alias, data di nascita, cittadinanza, categoria di rischio, collegamenti con soggetti sospetti e fonti di riferimento. Le informazioni provengono da oltre 100.000 fonti aperte in 240 paesi e in 65 lingue. Tra queste, elenchi di sanzioni, sentenze giudiziarie, articoli di stampa, social media, forum e blog.
Il nodo critico? Le persone inserite nel database non ricevono alcuna comunicazione e non hanno possibilità di intervenire sui dati archiviati. Nessun consenso esplicito, nessuna verifica dei contenuti, nessuna possibilità di contestazione. Il rischio è che le informazioni rimangano disponibili per sempre, anche quando non sono più rilevanti o corrette. Questo sistema è in netto contrasto con il GDPR, in particolare con l’art. 6 sulla liceità del trattamento e con l’art. 17 sul diritto all’oblio.
L’archiviazione dei dati avviene al di fuori del territorio europeo, il che rende più complessa la difesa dei diritti degli interessati. Tuttavia, anche se la sede è in Gran Bretagna, le normative europee riconoscono la possibilità di richiedere la rimozione dei dati.
LexisNexis®: il lato oscuro della ricerca giuridica
LexisNexis® è una piattaforma internazionale nata nel 1973 e considerata una delle risorse più complete per la consultazione di documentazione giuridica, economica e regolatoria. Contiene milioni di documenti, sentenze, articoli e dossier provenienti da fonti ufficiali e media globali. Viene utilizzata da avvocati, giudici, enti governativi, aziende e ricercatori accademici.
La piattaforma offre strumenti di analisi avanzata che consentono di generare report personalizzati e fare valutazioni approfondite sui soggetti consultati. Ma anche in questo caso, come accade con World-Check, c’è un aspetto critico legato alla tutela della privacy. Le informazioni contenute in LexisNexis® possono includere dati sensibili che riguardano persone che non sono state informate di essere presenti all’interno del sistema.
La raccolta dei dati avviene attraverso tre modalità: direttamente dagli interessati, tramite terze parti o tramite tecnologie automatizzate. Ciò significa che l’interessato potrebbe non sapere nulla della presenza delle sue informazioni nel database. E se i dati sono errati o lesivi, non sempre è facile chiederne la rettifica o la cancellazione.
LexisNexis® dichiara di rispettare le normative internazionali sulla protezione dei dati personali, ma è evidente che l’impostazione della piattaforma pone seri dubbi in merito al diritto all’informazione e all’autodeterminazione digitale.
Altri strumenti di profilazione
Oltre a World-Check, esistono altri strumenti come RepRisk, che monitora i rischi ESG (ambientali, sociali e di governance) associati a imprese e individui. Anche SGR Compliance fornisce servizi di screening basati su “adverse media”, ovvero notizie negative, per supportare le aziende nei processi di due diligence.
Come intervenire per proteggere la tua reputazione? Tutela Digitale può aiutarti!
Se sospetti di essere stato inserito in una banca dati reputazionale come World-Check o LexisNexis® e SGR Compliance esistono azioni concrete che puoi intraprendere per tutelarti:
- Verificare la tua presenza nel database, anche tramite professionisti legali con accesso alle piattaforme;
- Richiedere la rettifica dei dati errati;
- Domandare la cancellazione dei dati in base al diritto all’oblio (art. 17 GDPR);
- In caso di mancata risposta, procedere con segnalazione al Garante della Privacy.
Il team di Tutela Digitale offre un servizio specializzato nella gestione della reputazione online. I nostri legali sono in grado di accedere ai database, verificare la presenza delle informazioni e attivarsi per la loro rimozione o aggiornamento. L’intervento può estendersi anche alla cancellazione di contenuti online diffamatori, articoli di stampa obsoleti e dati personali pubblicati senza consenso.
Vuoi sapere se il tuo nominativo è stato inserito in banche dati reputazionali? Richiedi una verifica.