Avete mai sentito parlare di Social Listening? È un metodo per monitorare la rete attraverso i social. Si “ascolta” l’opinione, il trend, l’idea dominante e la si analizza per fini commerciali. Ma non solo: tutto ciò che viene detto on-line può infatti venir individuato e catalogato. In questo modo si ha a disposizione una sorta di sentinella della rete, che può informarci anche sulla nostra reputazione. Possiamo intervenire esercitando il Diritto all’Oblio ed eliminare contenuti che ci danneggiano; possiamo aggiornare i contenuti, o agire in diversi altri modi.
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Che cos’è il Social Listening
Il Social Listening è un processo di raccolta, trattamento e analisi di dati on-line. Di base si tratta di un processo di ascolto della rete, da cui è possibile produrre strategie dedicate.
Tutti noi immettiamo dati in rete, perché con le nostre attività comunichiamo opinioni, diffondiamo foto, diciamo quali sono i nostri interessi. I Brand possono estrarre da questi dati tutta una serie di informazioni per creare le strategie commerciali più adatte, ed ottimizzare la propria presenza in rete. Ad esempio l’azienda X può capire a chi interessa il suo prodotto e pubblicizzarlo solo a quel target di persone. Ma per farlo, deve prima “ascoltare la rete“.
Ma non è solo il lato commerciale a goderne. Sia un marchio che un privato possono sapere se on-line si stanno seminando informazioni scorrette o negative sul loro conto. Quindi le attività di Social Listening possono servire per avere un’idea di chi siamo in rete, ovvero qual è la nostra reputazione, ed eventualmente agire esercitando il Diritto all’Oblio.
La sentinella social
Tramite numeri, opinioni, trend, siamo anche in grado di individuare i cosiddetti semafori rossi.
Il Social Listening può provvedere anche all’individuazione di contenuti negativi su di noi o sul nostro brand. In questo modo, possiamo intervenire tempestivamente e rimuovere questi contenuti per salvaguardare la nostra reputazione. Non è un mistero che al giorno d’oggi l’informazione si propaghi con incredibile velocità. Così come non deve sorprendere che le grandi aziende detestino avere bad news sul loro conto. Al tempo stesso anche i privati subiscono pesantemente un eventuale brutta reputazione generatasi dal “chiacchiericcio” on line. Basta una foto, un commento, un contenuto sgradito.
Grazie a delle piattaforme specifiche però, possiamo individuare queste news ed intervenire affinché scompaiano (grazie al Diritto all’Oblio di cui parleremo fra poco).
L’utilizzo del Social Listening che ci interessa maggiormente è quindi relativo al ruolo di controllore del web. Usiamo questo strumento per individuare le cose che non vanno e per intervenire di conseguenza.
Tutelare la reputazione con il Diritto all’Oblio
Eliminare contenuti negativi o lesivi della propria reputazione on-line non è impossibile. Esiste infatti una norma, il Diritto all’oblio, che regola l’eliminazione di link, foto e video dal web.
È infatti riconosciuto che se una notizia non corrisponde più a diritto di cronaca, non c’è motivo che rimanga sul web. La persona interessata dalla notizia potrebbe infatti richiederne la rimozione.
Era il 2014 quando si è parlato per la prima volta di Diritto all’Oblio. La Corte di Giustizia Europea si pronunciò in favore del sig. Costeja González contro Google Spain e Google Inc. per la rimozione totale da internet di un contenuto lesivo della sua reputazione. Fu stabilito che, per gli utenti di internet, il diritto di fruire di informazioni negative relative a questa persona fosse meno pressante del diritto del sig. Costeja all’eliminazione di quei fatti dal web. Lo stesso può accadere per chi viene condannato: perché il nome di una persona dovrebbe essere associato per sempre ad un reato per il quale, ad esempio, questi ha già pagato il debito con la Giustizia? Bene, questo è l’esercizio del Diritto all’Oblio.
Trovare i dati
Il Social Listening si basa per prima cosa sulle fonti di dati. Una pagina Facebook, ad esempio, o qualsiasi altro social. Anche se siamo grandi fruitori della rete, spesso non siamo in grado di monitorare in maniera efficace l’identità che creiamo on-line. Questo perché non siamo solo noi ad immettere contenuti sul nostro conto, generando la cosiddetta identità progettata, ma esistono anche i contenuti di terzi, che vanno ad impattare creando un’identità imposta.
Pensiamo ad un articolo di giornale che parla male di noi come professionisti, portando avanti argomentazioni incomplete o parziali. Dovremmo essere in grado di individuare subito quella fonte. Dovremmo essere in grado di fermare un’azione lesiva nei nostri confronti esercitando il Diritto all’Oblio.
Ascoltare la rete deve aiutarci anche in questo.
Come agisce Tutela Digitale
Tutela Digitale utilizza tecniche di Social Listening attraverso una piattaforma dedicata. Da qui siamo in grado di monitorare in tempo reale quelle che sono le opinioni in rete riguardo ad un cliente. Possiamo ascoltare la rete ed individuare i semafori rossi su cui intervenire. Grazie al Diritto all’Oblio agiamo nell’eliminazione di contenuti lesivi.
La nostra tecnica, avvalorata dal lavoro di un team di avvocati, utilizza le nuove tecnologie per giungere in maniera più precisa e più veloce al fulcro del problema.
Il Social Listening è la pratica a monte, che si pone all’inizio delle nostre tre fasi d’azione:
Monitoraggio- Analisi- Soluzione
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