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Diritto all’Oblio: quanto tempo tra l’uscita della notizia e la cancellazione?

Diritto all'oblio rimozione notizia da internet

Il Diritto all’Oblio consente agli individui di richiedere la rimozione di informazioni personali dai motori di ricerca quando queste informazioni non sono più rilevanti o sono dannose per la reputazione. Ne parliamo spessissimo, ma facciamo un ripasso. È stato sancito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea ormai nel lontano 2014 e regolamentato poi dal GDPR in tempi più recenti. Ma quanti anni devono trascorrere affinché una notizia possa essere considerata obsoleta e quindi soggetta al Diritto all’Oblio? Intorno a questo perno risiede tutto il focus di questo diritto, che mai come altri deve controbilanciarsi con altri pesi, primo fra tutti, il Diritto di Cronaca.
Vediamo insieme di scoprire di più.

Il Criterio temporale per applicare il Diritto all’Oblio

Le tempistiche per l’applicazione del Diritto all’Oblio non sono rigide, ma alcune linee guida emergono dalla pratica e dalle decisioni giuridiche. In linea di massima:

  • Due anni: per notizie di minor rilevanza o che riguardano persone non pubbliche, un periodo di due anni può essere considerato sufficiente per richiedere la rimozione. Questo è particolarmente vero se l’evento non ha avuto un impatto significativo sull’opinione pubblica e non ha più alcun valore informativo.
  • Cinque anni: per eventi di maggiore rilevanza pubblica o che coinvolgono figure note, può essere necessario attendere fino a cinque anni. Questo periodo più lungo è giustificato dalla necessità di bilanciare il diritto all’oblio con il diritto di cronaca e il diritto del pubblico di essere informato.
  • Conclusione di procedimenti giudiziari: le notizie relative a procedimenti giudiziari devono essere valutate caso per caso. Un’assoluzione può consentire la rimozione dopo appena un anno, mentre una condanna può richiedere un periodo di almeno tre anni prima di poter essere considerata per la cancellazione.

Fattori di Rilevanza; perché non tutte le situazioni sono uguali

Oltre al criterio temporale, ci sono altri fattori che influenzano l’applicazione del Diritto all’Oblio. Ovviamente non tutte le notizie hanno lo stesso peso di fronte ai cittadini, né la stessa gravità. Quindi va da sé che un reato pesante non possa essere equiparato ad un piccolo furto che fa notizia perché coinvolge una persona famosa. Vediamo anche qui i criteri più usati.

1. Interesse pubblico: la notizia deve aver perso il suo interesse pubblico. La valutazione dell’interesse pubblico è soggettiva e dipende dalla notorietà dell’individuo coinvolto e dalla gravità del fatto riportato. Una notizia che ha smesso di essere di interesse per il pubblico è più facilmente rimovibile.

2. Evoluzione del caso: notizie riguardanti fatti non più rilevanti o aggiornamenti che hanno modificato la percezione pubblica dell’evento possono facilitare la rimozione. Come dire che un caso che si “sgonfia” avrà sicuramente più possibilità di venire rimosso piuttosto che uno che continua ad alimentare polemiche perché ancora fortemente discusso.

3. Impatto sulla persona: il danno che la notizia arreca alla reputazione della persona coinvolta è un elemento cruciale. Maggiore è l’impatto negativo, più è probabile che la richiesta di rimozione venga accolta. Perché, ricordiamocelo sempre, una persona non è il fatto che ha compiuto. Ed ha tutto il diritto a non essere associato ad esso per il resto della vita.

Procedura di Richiesta

Tecnicamente per esercitare il Diritto all’Oblio è possibile compilare un modulo online fornito dai motori di ricerca come Google, Bing e Yahoo. Il problema è che quasi mai funziona in questo modo, senza contare che la risposta dai motori di ricerca si fa attendere anche per parecchi mesi (e magari è pure negativa!)
Tutela Digitale si occupa proprio di applicare il Diritto all’Oblio, sfruttando il suo team di avvocati ed informatici esperti nelle questioni reputazionali. Impiega in media 7 giorni per risolvere i casi meno intricati ed ha una percentuale di successo superiore all’85%. L’azienda si basa infatti su tecniche e strategie consolidate nel tempo che portano alla risoluzione del caso nella maggior parte degli interventi. Senza contare che agisce per via stragiudiziale, ovvero senza costringere a lunge e costose procedure legali.

Conclusione

Il Diritto all’Oblio è un processo complesso che richiede attenzione ai dettagli specifici di ogni caso. Rivolgersi a esperti può facilitare il procedimento e aumentare le possibilità di successo. Ogni caso è unico e richiede una valutazione attenta dei criteri temporali e di rilevanza pubblica.
Contattaci gratuitamente scrivendo a info@tutaleditale.it

 

Per Approfondire

Il diritto all’oblio in Europa: quando il passato non passa


https://www.edpb.europa.eu/our-work-tools/our-documents/guidelines/guidelines-52019-criteria-right-be-forgotten-search-engines_it
https://unire.unige.it/handle/123456789/5121

Simonluca Renda

Simonluca Renda

Simonluca Renda è Communication Specialist e collabora da diversi anni con Tutela Digitale curandone la comunicazione on ed off line. Scrive sul Journal di Tutela Digitale dal 2018.

Simonluca Renda

Simonluca Renda è Communication Specialist e collabora da diversi anni con Tutela Digitale curandone la comunicazione on ed off line. Scrive sul Journal di Tutela Digitale dal 2018.
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