Si può parlare di monopolio di Facebook?
Parliamo spesso di come i social influenzino pesantemente la realtà quotidiana, anche offline. E dunque non possiamo che considerare un problema la posizione dominante che Zuckerberg ha acquisito a suon di quattrini. Perché da tempo ormai anche Instagram e Whatsapp appartengono all’azienda “Facebook”, andando a porre sotto un unico cappello tre delle realtà più influenti della rete. Non a caso il down del 4 Ottobre 2021, di circa 6 ore, ha generato un po’ di panico.
Miliardi di persone usano Whatsapp per comunicare continuamente. Influencer lavorano con Instagram. Gente comune si diletta, informa, diverte con Facebook. Quindi quello che è stato presentato come un semplice problema tecnico, ha davvero influito sulle nostre vite. Qualcuno potrebbe farsi una risata, pensare malinconicamente a “dove siamo finiti“. Ma è così che stanno le cose. Negarlo sarebbe miope.
Problemi in paradiso; Facebook cigola già da un po’
È innegabile che per il miliardario più giovane di sempre le cose siano in salita da un po’. Prima lo scandalo Cambridge Analytics, poi le accuse serrate in tribunale da parte dell’on. Alexandria Ocasio-Cortez, dove ha risposto più il suo volto imbarazzato che non le sue parole. Infine le recentissime e pesantissime parole dell’ex executive manager Frances Haugen che ha dichiarato come l’azienda fosse perfettamente a conoscenza del fatto che Facebook inasprisca il conflitto sociale, che l’algoritmo privilegi contenuti che portano agli scontri fra utenti, che Instagram risulti dannoso (confermato da un’indagine interna) per la salute mentale degli adolescenti.
Tuttavia il colosso statunitense è andato avanti, mettendo sempre delle vere e proprie pezze; mezze misure (come le definisce John Thornhill del Financial Times) prese “a favore di telecamere”, ma che di fatto migliorano poco o nulla. Nel mezzo di questa tempesta mediatica però, è poi arrivato il down del 4 Ottobre. Non il primo di certo, ma probabilmente il più lungo di sempre. E soprattutto il primo a coinvolgere contemporaneamente tutte e 3 le piattaforme di proprietà di Zuckerberg. Creando di fatto un “vuoto” in rete che ci fa comprendere diversi elementi. Tutti preoccupanti.
Il Monopolio di Facebook è ancora accettabile?
Qualche anno fa ci eravamo posti la medesima domanda riguardo a Google. La risposta, però, è sempre la stessa. Ed è no.
Pare che anche altri se ne siano accorti. Secondo un recente editoriale di Giovanni De Mauro su Internazionale infatti, il dibattito è partito in USA proprio dalla stessa on. Ocasio-Cortez, seguita poi dalle parole di Sweden (padre del Datagate) che avrebbe twittato sulla necessità di separare le tre realtà, come era una volta. Non per una quesitone “economica”, aggiungiamo noi, ma proprio perché una situazione monopolistica in rete non può essere più considerata una cosa buona. Il down delle tre piattaforme in contemporanea ha creato davvero notevoli disagi.
E se online c’è ancora chi oggi (8 Ottobre) si vanta di “non essersene neanche accorto“, affidando la sua tronfia dichiarazione proprio a dei social network, è innegabile come business ed interessi girino attorno a questi stessi prodotti. Che d’accordo, apparterranno ad una compagnia privata, ma che influenzano fin troppo la società mondiale nella sua interezza. Così come accade per Google.
John Thornhill dice che è il caso di pensare ad una società post-Facebook. E forse è il momento di essere d’accordo con una dichiarazione del genere. Perché il monopolio di Facebook non è davvero più accettabile.