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Diritto all’Oblio- La guida completa 2021

Diritto all'Oblio guida 2021

Che cos’è il Diritto all’Oblio? E come è possibile esercitarlo?

A 7 anni dal riconoscimento di questo diritto legato al mondo del web e dell’informazione, facciamo il punto della situazione. Ecco la nostra Guida completa 2021 al Diritto all’Oblio.

 

Premessa: perché serve un Diritto a scomparire dal web?


La Rete, Internet, è un archivio pressoché infinito.
Articoli, foto e video, contenuti di vario genere sono aggiunti di continuo. E di continuo si aggiornano, arricchiscono, espandono. Tuttavia la comodità del mezzo può essere un’arma a doppio taglio. Infatti qualsiasi contenuto che finisce sul web diventa di pubblico dominio. Ciò significa che chiunque può accedervi, ma soprattutto, che può accedervi per sempre. Un contenuto online infatti non viene mai dimenticato.
Diritto all'Oblio e informazioni di pubblico dominioOvviamente una memoria da elefante di questo genere può generare problemi. Ad esempio di Reputazione online, Web ReputationCosa succede quando un contenuto che ci riguarda torna a tormentarci anni e anni dopo? Come possiamo evitare di essere legati a qualcosa che fa parte di una vita passata? Saremo per sempre ostaggio di quella foto imbarazzante finita su Instagram? Quel brutto articolo sulla nostra azienda, non aggiornato, getterà fango sul nostro nome per sempre? 


Ecco perché serve il Diritto all’Oblio. Per essere dimenticati da web per fatti del passato che non sono più di dominio pubblico.

 

 

Essere dimenticati dalla rete

Il Diritto all’Oblio permettere di essere “dimenticato” dalla rete per fatti che in passato sono stati d’interesse pubblico ma che con il tempo non sono più considerabili oggetto di cronaca. Quegli stessi fatti, passati un ragionevole numero di anni, tornano di natura privata. E come tali dovrebbero rimanere, poiché nessuno può essere tormentato tutta la vita per eventi passati e che non interessano più a nessuno. Ad esempio un imprenditore, che magari ha avuto problemi con la giustizia 10 anni prima, potrà ancora essere legato a quell’informazione. Questo anche nel caso che:

 

  1. Abbia pagato il suo debito con la giustizia (e quindi la faccenda dovrebbe essere dimenticata);
  2. Sia risultato “pulito”, oppure assolto dopo un iter giudiziario.

La precisazione al punto 2 non è casuale: spesso i giornali non seguono fino in fondo le storie di cui parlano. Ne consegue che il titolone: “Accusato di frode Xxx”, giganteggerà a lettere cubitali sulle loro home page, ma un eventuale Assoluzione di Xxx anni e anni dopo, potrebbe non essere neppure menzionata.

La soluzione a questo problema è nata dunque nel 2014 grazie ad una sentenza della Corte di Giustizia Europea (n. 131/12 del 2014). La rimozione o la de-indicizzazione da Google di contenuti non più rilevanti per la cronaca è un diritto.

 

Diritto all’oblio: così Google si dimentica di te

 

Con la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2014 è stato previsto il diritto di ogni individuo ad essere dimenticato dalla Rete. Ovvero a non essere più tracciato sul Web per informazioni riguardanti eventi passati. Da qui la possibilità di chiedere direttamente al motore di ricerca la cancellazione o la de-indicizzazione dei contenuti online.
Google come leader dei motori di ricercaParliamo di Google e solo di Google perché la sua supremazia come motore di ricerca leader è indubbia, nel 2021. Esistono e persistono altri motori, ma quasi tutti si appoggiano in larga parte all’algoritmo della Grande G. Quindi risulta normale che sia proprio Google al centro della nostra disquisizione sul Diritto all’Oblio.

La risposta di Google alla sentenza del 2014 è stata quella di creare un modulo online da compilare per ottenere la cancellazione dei link dai risultati di ricerca. Ma Google rimuove sempre i contenuti?

No! Le media di bocciatura delle richieste inoltrate a Google dai privati cittadini è del 70,5%. Nonostante i numerosi rifiuti, l’Authority ha evidenziato che pochi hanno fatto comunque ricorso al Garante della Privacy. Un altro limite è rappresentato dalle tempistiche. Tra la richiesta e l’eventuale risposta di Google passano di solito non meno di uno o due mesi… e la risposta, come abbiamo visto, potrebbe pure essere negativa.

 

Per ricapitolare la situazione, guarda questo breve video:

 

 

Quando puoi avvalerti del diritto all’oblio

È difficile riuscire a stabilire quando una notizia comparsa sulla rete possa essere oggetto di Diritto all’Oblio.
La sentenza della Corte di Giustizia Europea non ha stabilito le tempistiche entro cui una notizia possa dirsi non più di interesse pubblico. Cioè non esiste un modo fermo per dichiararlo, né esistono criteri rigidi per calcolarlo. Ci si basa su diversi elementi, ma senza regole precise.
Sulla nostra esperienza abbiamo valutato come sia possibile fissare alcuni criteri di base:

 

Criterio  temporale

Il fattore temporale è fondamentale: solitamente una notizia viene valutata come datata quando sono decorsi dai 2 ai 5 anni. Tuttavia ogni caso ha le sue particolarità.
Prendiamo ad esempio una notizia che riguarda un procedimento giudiziario: per poterla considerare Oblio, è necessario che il procedimento si sia innanzitutto concluso con un provvedimento (in bene, con un’ assoluzione, o in male con una condanna) oppure che sia iniziato, ma sia stato interrotto (interruzione delle indagini, per revoca del mandato d’arresto, ecc).
Una volta verificato questo punto, bisognerà tuttavia ancora distinguere: un’assoluzione infatti può comportare una valutazione dell’Oblio anche dopo solo un anno di tempo dal provvedimento, mentre una condanna in genere richiede almeno tre anni per essere valutata come notizia datata.

 

Criterio dell’interesse alla notizia da parte del pubblico

Per essere rimosso e/o de-indicizzato, il contenuto non deve essere più di interesse pubblico; anche questa valutazione è molto varia e può cambiare, ad esempio, sulla base del fatto che la persona oggetto della notizia sia o meno una persona pubblica. Ovviamente più la persona è conosciuta e ha un ruolo di peso all’interno della società, più suscita interesse da parte della cronaca.
Gi avvenimenti riguardanti un politico, ad esempio, saranno valutati diversamente rispetto a fatti che riguardano una persona sconosciuta, che è stata occasionalmente oggetto di cronaca.

 

Criterio della relazione tra fatti datati e fatti recenti compiuti dalla stessa persona

Un soggetto può aver commesso più fatti che minano la sua reputazione online. Siano questi datati (ad esempio 5 anni fa) o recenti. La notizia recente può creare effetti negativi anche su quella precedente, trascinando pertanto nella cronaca quello che poteva essere oblio.

Ma quando si crea veramente un conflitto fra Diritto all’Oblio e Diritto di Cronaca? Scopriamolo con questo video:

 

 

La Soluzione: come applicare il Diritto all’Oblio in maniera efficace

Quindi è utile inviare il Modulo di richiesta rimozione a Google?
Sì, ma come abbiamo visto le limitazioni sono parecchie. Tempi molto lunghi, alta probabilità di essere respinti. Cosa si può fare dunque? Tutela Digitale è una società che si occupa esattamente di questo. Grazie ad avvocati ed informatici esperti in Diritto all’Oblio, rimuoviamo contenuti dal web. La nostra forza risiede proprio nell’essere focalizzati sull’eliminazione, con un tasso di successo molto alto. I tempi di lavorazione sono, di media, di 7 giorni. Insomma, facciamo per voi il lavoro ed otteniamo grandi risultati dettati dall’esperienza, relazioni consolidate con testate giornalistiche e siti internet, tecnologie proprietarie.
Vediamole un po’ nel dettaglio:

 

Linkiller

Il nostro prodotto di punta è Linkiller, l’App che permette in maniera diretta ed immediata di segnalare un link per l’eliminazione. Fra le potenzialità dell’app c’è la possibilità di inviare subito il link incriminato per l’eliminazione. L’app analizza il caso, propone un preventivo, e parte nell’eliminazione. Quindi permette una serie di plus non indifferenti, fra cui:

  • Immediatezza
  • Supporto tecnico di legali ed informatici
  • Pagamento solo ed unicamente al risultato
  • Monitoraggio della propria situazione link

Per saperne di più visita il sito ufficiale di Linkiller o guarda questo video esplicativo:

 

 

LinkMonitor

LinkMonitor è il nostro esclusivo software di monitoraggio. Scandaglia la rete continuamente alla ricerca di menzioni su di te e sulla tua azienda. Sapere all’istante grazie a un servizio di email alert se qualcuno sta parlando (male) di te è essenziale. Permette infatti di intervenire tempestivamente e risolvere la situazione, prima che si trasformi in un pericoloso tsunami comunicativo. A differenza di google alert, LinkMonitor controlla anche social, commenti, menzioni di qualsiasi tipo. Fra i tantissimi plus della piattaforma:

  • Monitoraggio h24 della Web Reputation
  • Real Time Alert tramite email
  • Localizzazione dei contenuti falsi o diffamatori
  • Valutazione rischi
  • Valutazione Competitor (per le aziende)

Visita il sito ufficiale di LinkMonitor o scopri di più con questo video di approfondimento.

 

 

LinkBetter

LinkBetter è il servizio di Tutela Digitale che migliora la reputazione online grazie ad un piano di attività di Positive SEO (costruzione di siti web e blog, creazione di Social Network personali e aziendali) e attività di Link Building e Digital PR che fanno arretrare i risultati negativi dalle prime pagine di Google.
Essenziale quando non si riesce ad applicare il Diritto all’Oblio, il servizio riscrive una nuova identità digitale.
Le informazioni negative arretrano e quelle positive generate da LinkBetter crescono in SERP (l’indice di Google).
Scopri di più sul sito ufficiale di LinkBetter.

 

Altre domande?

Per approfondimenti 👉  Diritto all’Oblio; 10 domande e risposte
Puoi contattarci in ogni momento compilando il Form qui sotto o scrivendo a info@tuteladigitale.it
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Simonluca Renda

Simonluca Renda

Simonluca Renda è Communication Specialist e collabora da diversi anni con Tutela Digitale curandone la comunicazione on ed off line. Scrive sul Journal di Tutela Digitale dal 2018.

Simonluca Renda

Simonluca Renda è Communication Specialist e collabora da diversi anni con Tutela Digitale curandone la comunicazione on ed off line. Scrive sul Journal di Tutela Digitale dal 2018.
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